martedì 30 luglio 2013

Il mio libro per voi

Sophie Scholl, coraggiosa bambina

Ecco la sorpresa da scaricare e leggere, se volete. La mia tesi di laurea: "La fascinazione. Un'analisi psicostorica", rimasta dal 1997 sepolta negli archivi dell'Università di Bologna e che oggi ritorna alla luce grazie alla Rete ed alle meraviglie dell'eBook.

Come ho scritto nella necessaria postfazione ad uno scritto di quasi sedici anni fa, questa tesi di laurea giunse a coronamento di un percorso personale di ripresa degli studi quasi fuori tempo massimo, ad oltre trent'anni, in una materia, la psicologia, che nei miei interessi era sempre stata seconda solo alla medicina. Una sfida con me stessa, soprattutto, e di rivalsa contro un destino che mi aveva visto in gioventù impegnata quasi a tempo pieno solo nella musica. Più per volontà altrui, che mia.

In questo lavoro, suggeritomi dal compianto Prof. Giuseppe Mucciarelli, mio relatore ed insegnante di multiforme e rara capacità di ispirazione, ho potuto unire alla psicologia, qui nella sua variante psicostorica, elementi di sociologia, storia, politica, economia e medicina, in un approccio multidisciplinare che, secondo Mucciarelli, era assai consono alla mia capacità di interpretare fenomeni osservandoli da più punti di vista e interpretandoli secondo diverse chiavi di lettura.
Nove mesi di studio e redazione, praticamente la cosa più simile ad una gravidanza che mi sia capitato di portare a termine.

L'argomento fu scelto per caso, probabilmente durante uno di quei preziosi momenti in cui, finita la lezione, si ripristina l'antica tradizione del dialogo e della trasmissione di conoscenza tra insegnante ed allievo che finisce per travalicare i rigidi schemi dell'ambito del programma di studi per spaziare tra i più diversi argomenti. Solo in questo modo si può partire dai freddi test psicometrici per giungere ai meccanismi di fascinazione del nazismo e decidere di farci una tesi di laurea. Argomento sviscerato fino alla nausea, il nazismo, in migliaia e migliaia di lavori ben più illustri del mio ma che io credo di aver trattato in maniera originale, proprio per quella multidisciplinarità di cui parlavo.

Rileggendo la tesi oggi vi ritrovo ancora una certa freschezza e validità e penso che, anche per il non esperto in materia di psicologia, possa essere una lettura interessante. Senza contare che l'attualità politica e soprattutto economica sta ripresentando, secondo la legge dei corsi e ricorsi storici, inquietanti analogie con avvenimenti che, negli anni venti, posero le basi per l'insorgenza della fascinazione nazista. Scellerate politiche economiche pro-cicliche in risposta a crisi strutturali finanziarie che richiederebbero visioni di espansione fiduciosa; senso di sgomento e lutto nelle popolazioni per la perdita di riferimenti culturali, lavoro ed identità; paura di sprofondare nella povertà;  un paese, la Germania, che, come allora, si trova al centro dell'attenzione e, purtroppo, con il cerino acceso in mano. Tutto questo rende, dovrei dire purtroppo, attuale il discorso su quali fattori possono distruggere la democrazia. Oggi come allora.

Ai tempi della mia laurea si era pensato di pubblicare il mio lavoro ma poi una mia malattia e la prematura dipartita del Prof. Mucciarelli hanno fatto sì che  il volume finisse sepolto negli archivi dell'ateneo bolognese senza ulteriori possibilità di divulgazione.
L'avvento dell'ebook e la mia successiva ed attuale attività di blogger, mi permettono ora di mettere a disposizione dei lettori in Rete la mia ricerca in modo da poterla far rivivere sotto altra forma e sottoporla al loro giudizio.

Ho apportato solo alcune piccole modifiche, per il resto si tratta della stesura originale e definitiva del testo. Il download è libero e gratuito. Fatene buon uso e se vi piace, consigliatene la lettura agli amici.






P.S. Gradirei mi fossero segnalati eventuali malfunzionamenti dei file e difficoltà di visualizzazione sugli eBook reader. Oltre ad opinioni sul testo, ovviamente. Grazie davvero.

Prossimamente...


Sto preparandovi una sorpresa da scaricare e leggere. Un mio lavoro importante che ha rischiato, ai suoi tempi, di venir pubblicato, ma che poi, complici i destini di alcune vite in esso coinvolte, è rimasto da allora, 1997, sepolto negli archivi dell'Università di Bologna.
Ho deciso di riesumare il mio scritto perché lo trovo tutt'ora attuale per alcune sue conclusioni e perché i tempi che viviamo ricordano, per certi aspetti, alcuni dei fenomeni preoccupanti in esso descritti. 
Questo lavoro fu il risultato di un lungo studio e posso paragonarne la nascita al parto di un figlio, visto che mi occorsero nove mesi per portarlo a termine.
Lo pubblico come ebook e decido di metterlo a disposizione a titolo gratuito, almeno per il momento, di tutti coloro che vorranno scaricarlo e leggerlo. Se un giorno diventerà anche un libro cartaceo non so, io sono sempre disponibile a vederlo pubblicare. In ogni caso, come si dice, sta scritto.



sabato 20 luglio 2013

Born to be GRNP

La nail-art sulle dieci piaghe mi mancava.

Sono costretta a ritornare sull'argomento dell'ultimo post perché un commento su Twitter di MenteCritica mi ha fatto notare una cosa che in un primo momento mi era sfuggita. 

Parlando della diretta dal Senato per la questione "Salvate il Pupo Angelino", ieri raccontavo appunto della clamorosa serie di interventi del presidente del Senato Grasso a censura del capogruppo M5S Nicola Morra:

"NON SONO AMMESSI RIFERIMENTI AL CAPO DELLO STATO". "E' INVITATO A LASCIARLO FUORI". 

Va bene, tutto ciò è perfettamente compatibile con l'ipotesi tetragramma, che prevede la non nominabilità invano di Colui Che E' troppo sacro per pronunciarne il nome.
Ma come la mettiamo con l'altra affermazione rivolta a Morra, che stava riportando alcune dichiarazioni di GRNP:

"LEI NON PUO' CITARLO".

Diciamolo, nemmeno YHWH aveva mai osato tanto. Qui, perfino i midrashim più spericolati non offrono aiuto circa l'interpretazione di un tale principio di inviolabilità non solo della persona ma del verbo.
Non lo si può citare? E come si può tramandare l'insegnamento di Colui Che E' senza pronunciarne la legge e con essa benedicendolo ogni giorno per gli insegnamenti che ci ha dato, studiando il significato anche più recondito della sua parola?

Ma forse sono io fuori strada. Non stiamo parlando di  sacre entità ma di uomini affetti da meschinissimo culto della personalità.  E forse, anche qui, nemmeno Enver Hoxha aveva osato tanto.

Va bé, va, è sabato ma è pure sabato sera. Vai con la musica.

 

venerdì 19 luglio 2013

Non nominare il nome di GRNP invano

Mark Rydens, "YHWH"

Stamattina diretta dal Senato per la votazione SalvaAlfano Beghelli sul caso "Studio culturale sull'Italia a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan".
La solita pregevole serie di figurine di merda, tali da suggerire alla Panini, se posso permettermi, di realizzarci al più presto un album per la raccolta, per la gioia dei nostri bimbi e a futura memoria.
Abbiamo ascoltato un indimenticabile Letta, capace come al solito di parlare per ore senza dire assolutamente niente. 
E poi, partendo dal menoelle, piddini che sembrano atterrati oggi dopo aver trascorso un semestre su Marte. Simil-distinguo in puro princisbecco, circonvoluzioni dialettiche del tipo Alfano è innocente, però la poverabbambinadiseianni. Insomma il PD e il suo doppio (ti voto a favore ma tu dimettiti) e il tormento piddino anzi profondo sgomento di Laura Puppato che non vota contro Alfano ma si astiene (no, di dietro ti prego, no). 
Mica è finita. E' stato sciorinato il repertorio completo delle facce da culo di SEL, in Parlamento grazie alla comunella elettorale con il PD e premiata con il piazzamento della Boldrini alla Camera ma che ora recita il ruolo dell'opposizione dura e pura proprio contro il PD. Non li conoscessimo da ex elettori di questa sinistra potremmo ancora stupirci di queste giravolte.

Dall'altra parte, quella di Sparta che non ha proprio niente da ridere, giustificazioni della serie "a casa la sapevo" e "signora maestra, il gatto mi ha mangiato il quaderno" degli impuberi dell'Asilo della Libertà che, dopo la nipote di Mubarak, lo sappiamo, sarebbero disposti a credere a qualunque cosa gli racconti Silvio. La loro linea di difesa è stata che Ablyazov è una specie di Kaiser Soze, ricercato nel suo paese perché  ha mafiato con la finanza e ha fatto fallire una banca (detto nel paese dei Monte Paschi e dei Ligresti è il colmo) e che il Kazakistan di Nazarbayev è una vera culla della democrazia. Macché dittatura! Infatti sia Berlusconi che Prodi intrattengono ottimi rapporti con questo nobiluomo kazako.

Si è sentito di tutto, credetemi.  
Abbiamo assistito alla dichiarazione di sottomissione del rappresentante della SVP al PUD€, facendo intuire una già avvenuta gioiosa annessione della regione autonoma germanofona al Quarto Reich Bimillenario.
Scelta civica che, dopo aver lasciato scorrazzare la Merkel in triciclo per tutte le stanze economiche e finanziarie d'Italia ed anzi avendole lasciato pure le chiavi di casa, lamentava una certa invadenza molesta del Kazakistan. 13 senatori della Lega si sono astenuti, bontà loro. E' finita 226 no contro 55 si e 13 astenuti.

Ma il meglio della giornata è giunto con l'intervento di Nicola Morra, capogruppo del M5S che, appena pronunciate  le seguenti parole: "...chi sta sul Colle", è stato immediatamente zittito dal Presidente del Senato Grasso con queste incredibili parole: "NON SONO AMMESSI RIFERIMENTI AL CAPO DELLO STATO". "E' INVITATO A LASCIARLO FUORI". "LEI NON PUO' CITARLO".
Morra è stato fin troppo signore e non ha risposto. Ha terminato il suo onorevole intervento citando l'anniversario della strage di Via d'Amelio, con i senatori del M5S che sventolavano l'agenda rossa di Paolo Borsellino. Grasso ha censurato pure loro. Poi ha dato la parola a Schifani. Fantastico. Nemmeno una sceneggiatura di Elio Petri.

Comunque andiamo in vacanza con una certezza. Non abbiamo né un presidente né un re. Abbiamo un tetragramma. E non siamo più una democrazia. 

giovedì 18 luglio 2013

Nazionalismo, globalizzazione e i ministeri per le allodole


Mi rendo conto che questo post sarà una passeggiata su un campo minato ma, se mi date la manina buoni buoni, prometto di farvi arrivare dall'altra parte con tutte e quattro le zampette ancora attaccate al tronco.

Dunque, inizio del campo minato e primo ordigno, una mina antiministro. Ieri il politologo Giovanni Sartori ha scritto sul Corriere dei Piccioli che Kyenge e Boldrini sono "due raccomandate incompetenti, nullità della politica". Lasciamo perdere la sciocchezza che un'oculista non possa avere le competenze per guidare il ministero per l'integrazione e forse l'insinuazione della raccomandazione, che potrebbe essere estesa credo al 90% delle nomine governative di un sistema politico di alzamanos e camerieri, ma ciò che del discorso mi pare condivisibile, piaccia o no, è quando Sartori dice che l'integrazione non è lo ius soli e la concessione automatica a tutti della cittadinanza - come auspicano le due signore in oggetto - ma un processo lungo e complesso che richiede l'impegno di entrambe le parti ad accettare determinate condizioni legate a diritti e doveri di appartenenza. Come in un contratto matrimoniale, aggiungo io. Un processo che non può prescindere dal cambiamento volontario di mentalità, di abitudini, di comportamenti e di linguaggio. Insomma, non basta certo una firma su una carta bollata per diventare italiani, americani o circassi.

Sembrerebbe un concetto facile da capire ma, intanto, è esplosa a shrapnel l'indignazione per l'offesa del fu intellettuale di riferimento della sinistra ora neoeretico alle ministre (dddonne con tre di e per di più nera l'una e madonna femminista addolorata l'altra).
Tanto per rincarare la dose sartoriana, direi che sono ministre messe lì come scudi umani a difesa dell'ipocrisia di un governo al servizio, nel senso BDSM del termine,  del totalitarismo finanziario globale. 
Ministre per le allodole. Buone per pungolare i leghisti e reazionari boccaloni vari, farli vomitare qualche volgarità a comando ed occupare di conseguenza i media compiacenti per giorni e giorni, mentre nel frattempo i maschi (quelli che servono davvero, i maggiordomi inglesi) fanno passare le leggi vergogna e si comprano gli aeroplanini per baloccarvisi e giustificare le stecche.
Categoria, quella delle ministre per le allodole, alla quale apparteneva anche la ministra tedesca Josefa Idem, precocemente dimissionata per meriti di furbizia fiscale italica, e perfetto esempio quindi di quella integrazione comportamentale con il paese di destinazione che descrivevo prima.
E possiamo inserirvi perfino la vecchia radicale Bonino, piazzata agli esteri proprio nel momento in cui l'Italia veniva commissariata dal Kazakistan per conto dell'ENI e quindi sacrificata sull'altare della commedia satirica alla "Borat".
Possibile che nessuno, per chiudere l'argomento ministre del governo lettiera, si sia accorto che queste poverette - ma pur sempre ben più remunerate di tante lavoratrici comuni - e martiri del buonismo a schiuma frenata, vengono usate in funzione subdolamente misogina da un potere che, facendo finta di dare loro importanza, fa in tutti i modi per farne risaltare l'incompetenza, inadeguatezza ed ottusità ideologica? 

Seconda mina, e attenti che questa vi potrebbe ridurre ad un tronchetto. 
L'Europa dell'euro, la società multietnica a vento di culo libero, la cosiddetta accoglienza piagnona sono globalizzazione paludata da buoni propositi e mielosi sentimenti cristiani.
Voglio che sia chiara la mia posizione sull'argomento. Io odio e schifo la globalizzazione, che considero lo strumento con il quale il totalitarismo finanziario sta minando le basi della democrazia occidentale per giungere ad ottenere un mondo di schiavi al servizio di un'élite privilegiata sovranazionale annidata nelle multinazionali e dei centri finanziari.
Ricordate le botte da orbi a Genova, di cui ricorre in questi giorni l'anniversario di sangue? Ce le diedero di santa ragione perché avevamo capito quale fosse la parola chiave da combattere: globalizzazione, e loro non potevano permettere che questo movimento continuasse a vivere per metterla in discussione. Quello è stato l'unico momento in cui la gente ha compreso quale fosse la posta in gioco, per questo la repressione è stata così violenta.
Tutto ciò che è avvenuto dal 2001 in poi, torri e guerre comprese, è stato fatto per difendere questo progetto per un nuovo secolo globalizzato, per costruire il mondo della delocalizzazione totale e dei popoli privati dei loro punti di riferimento culturali, soprattutto della democrazia. Globalizzazione come fine ultimo della shock economy, passando per la morte della democrazia rappresentativa e la frantumazione delle coscienze e culture nazionali. Noi europei siamo i più difficili da soggiogare, perché siamo quelli con le tradizioni più forti e più antiche. Guardate con quale ferocia si stanno accanendo contro la Grecia e ricordatevi cosa rappresenta per la cultura del mondo la Grecia.

Già, perché l'integrazione di cui si riempiono le gote le ministre per le allodole non è altro, nei fatti, che una bella società a compartimenti stagni, deculturalizzata, dove ciascuna etnia vive separata dalle altre e dove si pratica la babele comportamentale di un melting pot non integrato e destinato prima o poi alla deriva nella violenza reciproca, da sedare con la repressione poliziesca affidata a contractors privati. Lo scenario dei topi da laboratorio chiusi nella gabbia troppo stretta. Ovvero, un esperimento che segue un protocollo ben preciso.
Una società, soprattutto, dove i ricchi dell'1% vivono al sicuro in cittadelle iperprotette,  separati dal 99% gettato nel calderone dell'indifferenziazione culturale, ma accomunato dall'unico disvalore che è la povertà unita alla schiavitù. "L'appendice di carne alla macchina d'acciaio" di quel signore dell'ottocento con il barbone brizzolato.

Tutto ciò, questo scenario da incubo, è propugnato, coccolato e volonterosamente auspicato su mandato degli agenti della globalizzazione dalla sinistra e dai loschi figuri che la rappresentano e che si sono appropriati indegnamente del compito di "difendere la vedova, l'orfano e il proletario" per consegnarli, mani e piedi legati, al carnefice. (Terza mina. Qui vi si spappolano proprio.)
Cosa vedete se vi guardate intorno, cari sempre timorosi di apparire razzisti e non abbastanza politicamente corretti? Integrazione, società multiculturale o città che stanno perdendo sempre di più la propria identità, invase da stranieri troppo diversi gli uni dagli altri e da noi che lavorano, si, per carità, ma che per il resto del tempo si fanno i cazzi propri e danno l'impressione che dell'Italia non gliene possa fregare di meno? Gente che non vede l'ora di tornare al proprio paese dopo aver messo da parte un bel gruzzolo per comperarsi casa là ma che le ministre vorrebbero italianizzare a forza, come fecero i fascisti con i popoli balcanici. Italianizzarli per globalizzarli e schiavizzarli.

Per farla breve. Con la retorica del migrante, che è solo una pedina di questo risiko crudele, inculcandoci il senso di colpa per non riuscire ad amare il prossimo nostro per il quale siamo solo una vacca da mungere - ancora per poco, cari, perché le mammelle stanno sgonfiandosi -, questi farabutti dei piddini collusi con il turbocapitalismo ci stanno svendendo al migliore offerente. Tutto questo è peggio di una guerra con i bombardamenti ma non lo si capisce ancora.
Dice il Veltroni che è in noi : "Ma se non c'è integrazione è perché c'è il razzismo". No, il razzismo è normale quando un paese subisce un'invasione dall'esterno. Scattano le difese in automatico e se sentiamo nascere un certo anelito di nazionalismo, di nostalgia per le tradizioni dei nostri vecchi o semplicemente per i bei tempi dove, per strada, non ti sentivi esule in casa tua, circondato da gente per la quale non esisti e che ti è aliena, non bisogna sentirsi in colpa, come vorrebbero le ministre per le allodole e i loro mandanti. Non è razzismo, è legittima difesa.

La sinistra europea - e quella italiana è sempre in prima fila - si è venduta al nemico perché è convinta di poter arraffare ancora qualche banca di seconda o terza scelta. Per questo piatto di lenticchie è disposta a condividere e sottoscrivere tutti i progetti più reazionari dell'élite: la pastoralizzazione dell'Europa del Sud a favore del Quarto Reich, la disintegrazione delle identità nazionali, delle culture, delle tradizioni, e soprattutto la distruzione di più di un secolo di conquiste sociali dei lavoratori in nome della Globalizzazione.

Sul blog di Alberto Bagnai l'altro giorno ho letto questo:
"Si chiama libero commercio, lo Zeitgeist lo esige e i mercati finanziari lo propugnano. Chiunque si opponga ad essi è appunto offuscato dall'ottusa e ristretta logica della difesa dell'interesse nazionale. Ora, tu sai che l'Europa è stata quasi distrutta dal nazional-socialismo. Quindi, per difendere l'Europa, bisogna distruggere quei presidi di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti che sono gli stati nazionali, e ignorare il fatto che finché esisterà una contabilità nazionale, con una bilancia dei pagamenti, esisterà anche un interesse economico nazionale: quello a non andare in deficit nei pagamenti con l'estero. La contabilità nazionale è nazista e nemica del proletario, come dicono quelli che: Keynes ha inventato il Pil quindi il Pil è di destra (NdC: non faccio nomi ma giuro sulla loro testa che è vero! Per inciso, ricordo a beneficio dei marxisti dell'Illinois che Keynes con la nascita della moderna contabilità nazionale non c'entra nulla)."
Ecco il problema della sinistra collaborazionista traditrice: giustificare le proprie malefatte ammantandole con il nobile scopo, con la scusa dell'essere buoni per definizione e per mandato divino. "Siccome il nazional-socialismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire le nazioni. "(cit. Bagnai)
Se poi, per disgrazia, nel farlo ci scappa un peto e distruggiamo anche il popolo, pazienza.

lunedì 15 luglio 2013

Ai bimbi di Seveso vennero i brufoli perché erano stati cattivi


La riprova che sono dei nazisti è l'uso sempre più spudorato che fanno del negazionismo. 
Inquinano, uccidono, alterano il DNA, provocano terremoti, distruggono ecosistemi con la loro merda accumulaprofitti? Negare, negare tutto e sempre. Se dalle loro azioni derivano conseguenze negative per la collettività non è mai colpa loro. Non è neppure del fato, del destino cinico e baro. La colpa, in questi tempi di neo-oscurantismo industriale, è delle stesse vittime. 

Inquinamento dell'ILVA su Taranto? "I morti per tumori sono causati da abitudini insane come il fumo e l'alcool".
Le malattie nelle "terre del fuoco" in Campania? "Dovute a stili di vita scorretti".
Terremoti indotti da trivellazioni selvagge su faglie attive? "L'unica sismicità indotta è quella provocata dalle vibrazioni provocate dai ballerini di flamenco".
I morti per tumore a Fukushima? "Erano già malati da prima dell'incidente nucleare."

(Solo una di queste affermazioni è una mia battuta, le altre sono purtroppo autentiche e provengono da dichiarazioni ufficiali governative italiane e quella sul Giappone dalla dirigenza della TEPCO, la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima.)

Il potere industriale si comporta come un killer sociopatico. Se ti ho ucciso è perché quella mattina hai incrociato la mia strada e non dovevi. Oops!
Il suo rapporto con l'altro da sé, tra sé e la collettività è però anche la riedizione del rapporto del mediatore religioso, con funzione di repressione, tra un dio malvagio e vendicativo e la massa dei peccatori. Ciò che dal medioevo passando per l'ossessione per il peccato del protestantesimo, ci ha regalato secoli di pedagogia nera. Senso di colpa e punizione, la suddivisione tra educatori e bambini cattivi che prosegue nel mondo adulto.

Sono quelli del non avete fatto i compiti, dell'avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità, non dimenticate.  E' il bambino che provoca, seducendolo, il pedofilo. Siete pigri, choosy e non accettate il cambiamento che vi chiede il Signore.
Se soffrite per la crisi è perché vi masturbate troppo.


giovedì 11 luglio 2013

Il principio di indeterminazione di bello de zio


Capisco che vi lamentiate del maanchismo veltroniano, dell'oscillazione stazionaria di Pippo "Cesei-ociwati" tra l'accettare l'offerta o rifiutarla e tenersi il pacco, e infine di quella governativa di Penelope Letta che fa e disfa la tela e prende tempo per distrarre i Proci che assediano il palazzo.
Vi lamentate e non capite perché siete fermi alle mele di Newton e non aprite la mente alla fisica quantistica ed al principio di indeterminazione di Heisenberg.


L'indeterminazione, del resto, è oramai la caratteristica principale di tutta la neo-politica italiana,  incerta più del destino dell'universo, sospeso tra Big Crunch e Big  Rip, come avevo già suggerito ai tempi del governo Monti e della sua manovra quantistica allo stesso tempo equa ed ingiusta.
Tuttavia la dimostrazione ultima della giustezza delle intuizioni dei grandi fisici del Novecento è nel PD che, da attuale Partito Bestemmia, dovrebbe più propriamente mutarsi in Partito Quantistico Italiano. Un partito morto ma allo stesso tempo vivo. Un partito che, nel momento in cui lo pensi, appare sia di sinistra che di destra perché esiste su due mondi paralleli.

L'indeterminazione quantopiddinica in contrasto con il puro pensiero tolemaico Silviocentrico produce chaos e, secondo alcuni, una pericolosa tendenza alla morte termica.
In questo stato di incertezza, di morte maanche vita,  il regime è in pieno delirio da bunker. Ordina di fare tabula rasa, di distruggere le opere d'arte, di appiccare fuoco ai pozzi Saddam Style e spedisce al fronte le ultime riserve: vecchi e ragazzini.

Ho sentito paragonare Silvio, in questi giorni di Caimangeddon, alla Resistenza. Sono d'accordo, perché, dall'altra parte, il PD rappresenta perfettamente la Repubblica di Salò, ovvero l'arroccamento del regime all'ideale sconfitto dalla Storia, l'unione fatale nel destino dei nostri amati collaborazionisti con i solutori finali del problema italico, ovvero i neo-nazieuristi.
Non aspettatevi dunque grandi sconvolgimenti, almeno fino a quando Frau Merkel aprirà il secondo fronte e Madame Le Pen sarà stata l'unico politico con le palle in Europa (dopo Margaret Thatcher nel 1990) a ribellarsi contro l'euro. Si preannuncia un bel cat fight, per gli amanti del genere.

"Ma come, non pensi a ciò che potrebbe combinare Silvio?", direbbero a questo punto i miei piccoli piddini, convinti ed esaltati al pensiero più che dopo una zolletta all'LSD che uno degli uomini più ricchi del mondo possa veramente finire a pulire culi di anziani in una RSA e a lavare piedi ai migranti sotto la supervisione di Santa Laura Boldrini.
Non temete. Ci sarà scarmazzo, Nanni Moretti finirà ad un passo dall'essere proclamato Nostradamus nel nuovo millennio ma non succederà nulla. Silvio e il PD sono complementari ed entrambi tendono all'equilibrio. Se crolla lui crollano anche i suoi migliori amici. Se muore Eng, anche Chang è spacciato.
Per tornare alla metafora fisica, sono proprio gli elettrodalemoni che rendono stabile il nucleo formato da piddoni e pidielloni, più bosoni vari e questa non è mica speculazione scientifica così, è interazione forte. Questa è cassazione, se mi permettete l'allusione.

lunedì 8 luglio 2013

Su cose che si vedevano nei cieli. UFO e propaganda.




Ripropongo, nel giorno dell'anniversario dell’incidente di Roswellquello che è passato alla mitologia moderna come il supposto schianto di un velivolo alieno sulla cittadina del Nuovo Mexico, avvenuto l'8 luglio del 1947, un mio vecchio post che si riallaccia adesso al discorso sulla propaganda e i ballon d'essai che vengono fatti volare sopra le nostre teste. 
A proposito, quante volte i presunti UFO venivano identificati dalle autorità come innocui "palloni sonda"?
L'anniversario segue di pochi giorni quello del primo avvistamento ufficiale di dischi volanti, avvenuto il 24 giugno del 1947 da parte dell’uomo d’affari Kenneth Arnold. L'evento zero.
Settant’anni di storie appassionanti su alieni (buoni o cattivi a seconda del clima politico concomitante), dischi volanti, rapimenti, minacce spaziali, che però, con la fine del millennio,  sembrarono passare di moda da un giorno all'altro. C’era un motivo per l'improvvisa cancellazione di un mito importante come quello degli UFO dalle scalette mediatiche? Secondo me si.

Come tutti i figli degli anni sessanta, sono cresciuta con il mito di questa simpatica oggettistica volante non identificata; impressionata da piccola da film come “Ultimatum alla terra” (ancora oggi guardando l’aletta del condizionatore che si apre penso a "Klatuu Barada Nikto"). Ero appassionata dei libri di Peter Kolosimo, dell’archeologia spaziale, insomma agli alieni ci credevo, pensavo che potessero benissimo farsi un giretto ogni tanto per osservare questi terrestri cosa stessero combinando. Avevo una visione decisamente junghiana del fenomeno: rassicurante, immaginifica e quasi sostitutiva della religione.

Mi sono un po’ insospettita quando, caduto il Muro di Berlino, è caduto all’unisono anche l’interesse per gli UFO, almeno a livello mediatico.
E’ vero che gli anni '90 poi sono stati il decennio di Mulder e Scully e dello straordinario successo degli X-Files, ma era come se, finita la Guerra Fredda, fosse venuto meno il motivo principale di esistenza del fenomeno UFO e gli alieni dovessero venire confinati definitivamente nella fiction televisiva con un evento celebrativo in grande stile.

Gli UFO quindi come fenomeno politico e strumento di propaganda?
Gli UFO come prodotto di una gigantesca PSYOP, guerra psicologica? Le operazioni psicologiche militari (PSYOP) sono “l’insieme di prodotti e/o azioni che condizionano o rafforzano attitudini, opinioni ed emozioni di specifici target quali governi di Paesi stranieri, organizzazioni, gruppi o singoli individui al fine di indurli a comportarsi in modo tale da supportare gli obiettivi di politica nazionale statunitense”.

Ormai è assodato che tutta la fantascienza cinematografica d’invasione degli anni '50 nascondeva un significato politico propagandistico preciso, segnatamente anticomunista. Famoso il caso, tra gli altri, de “L’invasione degli ultracorpi”, riprodotto in successivi e sempre attualizzati remake.


Per far capire a chi non c’era quale fosse la potenza di suggestione mediatica degli UFO ai nostri tempi, ricordo che negli anni tra il 1950 e il 1990, tipicamente d’estate, avvenivano regolarmente le cosiddette “ondate di avvistamenti”. Per l’Italia gli anni di boom furono: 1950, 1954, 1962, 1973 e 1978. Proprio nel 1978, anno di uscita del film di Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo” furono registrati alle cronache quasi 2000 avvistamenti. Psicosi collettiva? Suggestionabilità?
Quegli anni non furono per nulla tranquilli, politicamente. Tanto per fare un esempio, nel 1950 il presidente Truman annunciò il programma per lo sviluppo della bomba all’idrogeno, iniziò il maccartismo e dulcis in fundo scoppiò la guerra di Corea. Ogniqualvolta il clima si faceva pesante, gli UFO sembravano giungere a dar manforte, a distrarre e creare angoscia e stato d’allerta. Alla faccia di Jung e dei suoi rassicuranti archetipi.

Il fenomeno UFO quindi inizia e termina in parallelo con la Guerra Fredda. E’ possibile che sia stato creato a tavolino, come mito da dare in pasto ad un pubblico che non avrebbe poi dovuto chiedere conto dell’aumento esponenziale delle spese militari, ingiustificate perfino a fronte della minaccia sovietica?
Pensiamo alla mitica Area 51, per la quale ufficialmente si è favoleggiato di rottami alieni, autopsie di marziani e cospirazioni governative atte a nascondere l’esistenza degli extraterrestri. Ciò che di sicuro di sa dell’Area 51 e delle basi militari ad essa similari è che lì sono stati testati tutti i più celebri aerei sperimentali, dall’U-2 Dragon Lady, agli SR-71, Blackbird, F-117 Nighthawk e stealth. Miliardi di dollari spesi per conquistare un’egemonia imperiale sul mondo mentre degli alieni, quelli veri, diciamo la verità, non si è mai vista traccia concreta da nessuna parte. Nemmeno una cacchina lasciata dietro un cespuglio.

Kenneth Arnold, il primo avvistatore UFO mostra il suo "disco volante".
Molto simile ai futuri aerei militari del tipo stealth (qui un prototipo tedesco Horten anni 40).
Per un impero grande ci vuole una bugia grande. Se il rischio era la guerra atomica con la Russia, ci si poteva sempre imbottire di testate nucleari e pregare Iddio, ma nell'evenienza di un'invasione della Terra da parte di alieni ostili, piovuti dal cielo e dotati di una potenza di fuoco soverchiante, ci sarebbe voluto molto di più. Ad esempio un progetto di "guerre stellari". Nel timore dell'invasione aliena, dai cittadini americani sarebbe stata data altro che carta bianca, al Pentagono. Non è un caso che la serie televisiva con gli alieni più cattivi, "V visitors" una sorta di nazi-alieni rettiliani sterminatori, risalga agli anni 80, quelli del Reagan che invocava ogni giorno i fondi per gli scudi stellari.

Allora facciamola, questa ipotesi sconvolgente. L’avvistamento di Arnold e l’incidente di Roswell potrebbero essere stati i primi mattoni di una costruzione mitologica, di una gigantesca operazione di propaganda psicologica che è andata avanti per quarant’anni.
Per rendere la balla ancora più credibile, grazie ad un abile utilizzo del “dire e non dire” si fece credere che il governo volesse nascondere la “verità sugli alieni”. Ogni tanto si creavano le “ondate” per tenere vivo l’interesse sul fenomeno. Dopo diversi anni si fece perfino uscire un fantomatico documento segreto (Majestic 12), che avrebbe finalmente rivelato le omissioni governative sulla verità aliena. Un falso nel falso.

In fondo il meccanismo è semplice. La mente umana non si accontenta delle spiegazioni semplici (il famigerato rasoio di Occam) ma tende a costruire complicati schemi sulla realtà.
Quindi se io, per dei miei scopi precisi, voglio convincere qualcuno dell’esistenza degli alieni basta che mandi in TV tutti i giorni esperti che neghino la loro esistenza. Per reazione il pubblico si convincerà che non solo gli alieni esistono ma che quegli esperti sono pagati dal governo per negarne l’esistenza. Mentre invece è esattamente il contrario.

Ai giorni nostri di UFO non si parla più se non in qualche enclave di coraggiosi cultori e continuatori della mitologia. Gente che continua a credere nonostante tutto. Giapponesi nel deserto del New Mexico che ancora cercano l'alieno scampato allo schianto di Roswell.
Nel frattempo, il mito degli alieni, ossia del nemico invisibile ma onnipresente e onnipotente da combattere con qualunque spiegamento di forze, è stato sostituito dallo “scontro di civiltà”, dalla “guerra al terrorismo”, dal “nemico islamico”. In sostanza, l’anomalia di un impero onnipotente che deve pur tuttavia rendere conto democraticamente ai suoi cittadini dei suoi atti (almeno per ora), per continuare ad esistere ed armarsi all’infinito per raggiungere i suoi scopi deve inventarsi sempre un nuovo nemico da combattere.
Non è un caso, forse, che il momento mediatico di maggiore terrore che ha segnato l’inizio di questa guerra trentennale al terrorismo sia stato l’impatto di due aerei, due oggetti volanti sulle torri gemelle di New York. Una nuova Roswell, per il nuovo millennio?

giovedì 4 luglio 2013

Piccioni viaggiatori



L'ex marine Lee Harvey Oswald che, mentre era nel corpo, aveva chiesto di frequentare un corso di russo, un giorno del 1959 si presentò alle autorità di Mosca chiedendo un visto per l'URSS. Dopo averlo ottenuto, si trasferì a Minsk, gli fu trovato un lavoro da operaio e sposò una russa. Poi, poco prima di ottenere la cittadinanza sovietica, nel 1961, cambiò idea e volle tornare nel suo paese. Non ebbe alcun problema ad oltrepassare la Cortina di Ferro ed anche la moglie Marina poté lasciare l'URSS con lui. Tornato in America, da comunista quale si era sempre dichiarato, Oswald cominciò a frequentare ambienti dell'estrema destra eversiva più ferocemente anticomunista e salì infine sul palcoscenico del complotto per l'uccisione del presidente John F. Kennedy come attore protagonista. 

Nei giorni del Datagate (qui un'ottima cronologia di questa vicenda tuttora in corso),  mi è tornato in mente proprio Lee Oswald e la sorprendente stranezza di quel poter entrare e uscire dalla Russia proprio nell'epicentro della Guerra Fredda, come appunto avrebbe potuto fare solo un piccione viaggiatore. O, nella sua versione umana, un agente di qualche ente governativo in missione.

Se voi foste una superpotenza e voleste far arrivare un messaggio, magari relativo a qualcosa di grosso che bolle in pentola e che riguarda i fatti dei quali il mondo non viene mai a conoscenza, o comunque qualcosa che voi aveste interesse a divulgare (magari anche un falso), ad amici e nemici, presunti amici/nemici e finti amici/nemici dei punti chiave del mondo senza passare attraverso i canali ufficiali ed in maniera assolutamente riservata rispetto alla pubblica opinione, cosa fareste?
Beh, io prenderei un ragazzotto che ha lavorato per me, gli lascerei trovare da fotocopiare un bel po' di materiale  (solo in apparenza scottante, in realtà innocuo e relativo a fatti stranoti) e lo manderei in giro a far sapere ai miei amici/nemici ciò che ho interesse che sappiano, facendo intendere che il ragazzotto abbia tanto ancora da spiattellare perché è uno dei miei e si è pentito. Magari cose che loro temono sappia di loro.
L'importante è che la cosa faccia molto rumore, ovverosia che i media facciano il maggior scarmazzo possibile attorno alla faccenda. Così l'attenzione sarà focalizzata sull'eroe per la libertà che riempie le paginate e le sue (false) rivelazioni clamorose, mentre io e i capi e le agenzie degli stati coinvolti, che non sono fessi e conoscono bene come funziona il gioco, ci facciamo i nostri affari innominabili in pace, ci scambiamo i nostri finti segreti e le reciproche bugie. Sono queste le vere talpe che scavano nella storia.

Non è necessario che il ragazzotto-piccione sia consapevole fino in fondo del suo doppio ruolo. Si può anzi usare con maggior garanzia di successo un idealista che creda veramente che io gli abbia lasciato svelare dei segreti (senza farlo secco il giorno dopo, per altro) e che lui stia agendo in nome della libertà e della democrazia. Un patriota, insomma.
Qualsiasi falso condito con un pizzico di verità diventa ancor più credibile.
Una volta ottenuto lo scopo prefissatomi e diradatosi il polverone mediatico diversivo sullo "scandalo", potrò riaccogliere a braccia aperte l'agente prodigo, perdonandolo platealmente (così farò risaltare la mia democrazia), e far calare il sipario sulla commedia, fino a quando non sarà necessario rimettere in scena lo spettacolo.

Nel frattempo che mi sarò guardato dai nemici, grazie a Iddio e come divertissement aggiuntivo, avrò potuto scoprire, attraverso le loro pubbliche reazioni alla commedia, quelle che svelano quali sono gli obblighi che hanno presso i loro referenti - per ultimi gli elettori - quali tra i miei amici sono più spudoratamente pronti a tradirmi; tipicamente sono sempre i più zelanti e quelli che minacciano di alzare la testa per ribellarsi al mio potere.
Non solo, posso anche scoprire, tra i nemici, chi è veramente il più irriducibile, chi è il più ambizioso tra gli emergenti cosiddetti indipendenti e il prossimo disposto a vendersi, prezzo compreso.

Dite che non è possibile, che è una ricostruzione troppo fantasiosa? Che gli eroi per la libertà in forma di ragazzotti che lavoravano per la NSA ma ora si sono pentiti e sono liberi di mettere in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti esistono veramente e che i segreti siano sempre veri segreti, anche se molto probabilmente in realtà non esiste alcun documento in grado di rivelarli, perché il potere è tutto meno che fesso e non lascia prove a meno che non voglia disseminarne apposta?
E poi, in fondo, riflettete su un ultimo punto: cosa ha veramente svelato di così clamoroso in questi anni, tanto per fare un esempio, Wikileaks?


martedì 2 luglio 2013

Quel pasticciaccio brutto dei derivati anni '90: vaniglia o cioccolato?


Una delle mie letture estive è stata "Come i servizi segreti usano i media" di Aldo Giannuli, che spiega molto bene, con esempi famosi tratti dalla cronaca recente, come funziona la propaganda di qualsiasi regime, anche il più apparentemente democratico. 
Il potere, per auto-conservarsi e perpetrarsi ha bisogno di confezionare verità, non sempre corrispondenti al vero, da offrire al pubblico e spesso questi non ha alcun modo di controllare se ciò che gli viene raccontato è vero o falso. Giannuli però spiega che, con un certo allenamento, si può imparare a capire, leggendo un testo, una notizia, un'inchiesta, se si tratta di pura propaganda o meno. Vi consiglio veramente la lettura di questo libro affascinante, soprattutto per il capitolo che ho trovato più interessante, quello sulla "guerra delle terre rare", ovverosia sulla lotta per il controllo dell'estrazione e commercio dei minerali impiegati nell'industria high-tech, che vede contrapposti come principali attori Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti e che rappresenta una delle più calde sfide attuali tra queste superpotenze economiche, ben più importante e decisiva per gli equilibri geopolitici delle telenovele sugli spioni del Datagate (chiarissimo argomento di distrazione di massa). Argomento invece, quello delle terre rare, del quale ovviamente non sentite mai parlare al telegiornale, perché non sono cose per bambini. 

Per fare un esempio concreto ed attuale di notizia sospetta, che puzza di propaganda e assomiglia tanto ad una di quelle bugie di Pinocchio che gli facevano rompere i vetri con il naso, questa mi sembra perfetta:
Bruxelles, 28 giu. "Il comunicato stampa del Tesoro ha chiarito che il problema non sta nei termini in cui l'aveva presentato il 'Financial Times', per noi la questione non si pone, sono molto ottimista, è un caso chiuso". Così il presidente del Consiglio Enrico Letta ha risposto alla domanda di una giornalista americana sulla vicenda dei contratti derivati che negli anni '90 avrebbero aiutato l'Italia a ridurre il proprio deficit, per entrare nell'euro, e che ora, secondo il quotidiano finanziario britannico, venendo a scadenza rischierebbe di creare un 'buco' in bilancio. (fonte)
La solita Perfida Albione aveva insinuato che uno dei prezzi pagati dall'Italia per entrare nel club esclusivo tedesco per lavoratori liberati, fosse la sottoscrizione di contratti derivati swap (come quelli che si usano, ad esempio tra mutui a tasso fisso e a tasso variabile) che, a distanza di vent'anni e sull'onda della Grande Crisi Sistemica, si tradurrebbero ora in un buco di bilancio statale da 8 miliardi di euro.
Per una brillante spiegazione dei vari tipi di derivati, consiglio gli storify su Twitter di Claudio Borghi Aquilini: su opzioni call (diritto ad acquistare), put (diritto di vendere) e swap (quelli del presunto buco del Tesoro).

Nel comunicato citato nel lancio d'agenzia riportante la smentita ufficiale di bello di zio, il Tesoro risponde sdegnato alle perfidie di Albione con quest'altro bell'esempio di propaganda:
"La filosofia di fondo dell’operatività in derivati della Repubblica si basa su criteri ispirati al perseguimento dell’interesse dello Stato, mirando alla protezione dai rischi di mercato, primi fra tutti il rischio di cambio e il rischio di tasso di interesse. Con riferimento in particolare a quest’ultimo, l’attività in derivati è stata mirata a conseguire l’allungamento della duration complessiva del debito, al fine di proteggere da un eventuale rialzo dei tassi, pagando tasso fisso e ricevendo variabile. Tale funzione prettamente assicurativa è stata perseguita attraverso IRS (interest rate swap) e opzioni su tassi di interesse (swaption), fissando tassi a lungo termine che, al momento della sottoscrizione, risultavano storicamente ai minimi per la scadenza cui si riferivano. "
Il trucco comunicativo è utilizzare la parola magica assicurativo", giocando sul fatto che esistano effettivamente derivati di quel tipo, apparentemente meno rischiosi e bastardi di quelli che scommettono sul patatrac di intere nazioni o sul vegliardo che schiatterà per primo. Così uno si tranquillizza e dice, "Ah, beh, allora è come l'assicurazione sui raccolti, mi proteggo dalla grandine. Un bonus malus, insomma, un innocente contratto RC auto, per giunta sottoscritto per il bene dello Stato." 

Quest'affrettarsi a smentire e soprattutto a voler considerare "chiuso l'argomento", senza per altro offrire prove concrete a discarico ed esprimere la volontà di chiarire i dubbi con trasparenza con una commissione d'inchiesta parlamentare ma obbligandoci a credere sulla fiducia alla bontà delle azioni del Tesoro e del governo in genere, mi perdonerà Letta, ma sembra voler proprio nascondere qualcosa di losco.
Pare infatti che le cose non siano così rosee e alla vaniglia ma contengano parecchia roba marrone, tanto che, sulla base dell'articolo del Financial Times, e sulla ripresa dell'argomento da parte di "Repubblica", la procura di Roma ha aperto un'inchiesta. 
Per il dettaglio delle critiche al comunicato del tesoro in oggetto e sui dubbi relativi all'operazione derivati anni '90, comprese le malignità su chi possa, tra gli alti papaveri, aver spiattellato adesso la faccenda ai giornali, rimando a questo articolo di Dagospia

Insomma li hanno beccati con 8 tonnellate di ganja in casa ma loro sostengono che servissero per alleviare i dolori alla zia Pina affetta da sclerosi multipla. Il derivato terapeutico. Voi ci credete?

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